In memoria di Paolo Grossi

Il sentimento più forte che mi lega alla memoria di Paolo Grossi è la gratitudine. Non era stato mio maestro, all’Università. Da studente di Scienze Politiche non avevo seguito i suoi corsi di Storia del Diritto. Né la mia carriera, fino alla presidenza della “Cesare Alfieri”, si è svolta sotto la sua egida. Quindi può suonare stonato questo sentimento da allievo a maestro. Ma non lo è, anzi è un sentimento profondamente fondato e giustificato. Lo è per il solo fatto dell’autorevolezza del Professore che studiava e ponderava profondamente le persone e riservava a pochi, al di là della mai contraddetta correttezza dei rapporti formali, la propria stima e la propria amicizia. Ho avuto il privilegio di godere di ambedue. Ricordo che Paolo Grossi seguì a distanza, ma con occhio vigile, tutto il decorso della mia presidenza e del mio prorettorato. Allora, il Professore era il decano dell’Università di Firenze e i suoi consigli mi sono stati sempre preziosi. Io sapevo che in qualunque momento avrei avuto in lui un padre a un tempo severo ma giusto, oltre che saggio ed equilibrato. Quando percepivo, anche per voce dei suoi allievi più vicini, che il Professore approvava la mia attività ne gioivo, soprattutto perché il suo giudizio positivo mi confortava e rafforzava in me la consapevolezza d’essere sulla giusta via.

Poi, nel 2009, ci siamo persi di vista. Io tornai a fare solo il professore, dismettendo ogni altro incarico di gestione, e Paolo Grossi fu investito dal Presidente Napolitano della carica di giudice costituzionale. Ci riavvicinò la mia carica di presidente dell’Accademia La Colombaria, della quale il Professore era illustre socio. Divenni di nuovo consapevole che tutta la mia attività doveva passare al vaglio del suo giudizio. Sentii di avere superato l’esame in occasione della lezione magistrale che ci volle donare il 12 gennaio 2018 su Le origini della Costituzione italiana. Paolo Grossi era ancora per poche settimane Presidente della Corte Costituzionale e nei settant’anni dell’entrata in vigore della Carta intervenne in Accademia con una delle sue ultime manifestazioni pubbliche. Dichiarò pubblicamente che la sua lectio era omaggio alla mia Presidenza saggia e sapiente. Fu per me il più grande riconoscimento. Grazie, Professore!

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